giovedì 14 gennaio 2016

Il Capitano

Un'estate, a Giuseppone, comparve una persona che affascinò tutti.
Si chiamava Leonardo.
Prese in affitto la parte bassa della torre di Villa Volpicelli, che si raggiunge dalla scogliera, e vi impiantò un acquario.
Grande fu la curiosità che suscitò questa iniziativa e ancor più quest'uomo dalla faccia aperta, leale, dalla stretta di mano sincera, che si presentò insieme alla sua signora spagnola e alla loro bambina.
Si parlava molto di loro. Di lui si raccontava che era stato un cercatore di corallo in Sardegna, e che era uno dei figli della guardiana del faro di Palinuro. 
La moglie era piccolina, rotondetta, con grandi occhi neri, la pelle tesa e compatta, i capelli scuri tirati sul capo a formare una cipolla.
La bambina, biondina e delicata era, giustamente, la luce dei loro occhi. 
Il Capitano -così lo chiamavano- requisì Totonno, il figlio di Barbetta : da lui si faceva portare col gozzo alla ricerca di fauna e flora marina con le quali riforniva gli acquari di Genova, di Monaco e degli altri che gliene facevano richiesta. L'acquario che aveva costruito nella torre gli serviva da stallo.
Ogni tanto a noi ragazzi era permesso di varcarne l'ingresso e fu così che vidi per la prima volta le stelle marine rosse e blu, i cavallucci di tutti i colori, i pomodori di mare rossi e gialli, le uova di squalo gattuccio (!!) raccolte dal Capitano con i supporti ai quali erano state fissate.
Chi aveva idea che gli squali facessero le uova!
Vedemmo le gorgonie coloratissime, gli anemoni di mare e le meduse di tutte le specie, e i pesci ago, quei serpentelli che si mimetizzano tra le poseidonie. Leonardo chiaramente scendeva con le bombole, pescava fuori Trentaremi, ma si spingeva spesso a Procida e a Ischia.
Aveva un sesto senso. 
Riusciva a capire dalla stagione, dalla temperatura dell'acqua, dalla profondità alla quale si immergeva, dal tipo di fondale -roccioso o sabbioso- che cosa avrebbe trovato.
Totonno lo accompagnava, ammirato.
Quando ritornavano, riempivano le vasche, cercando di ricostruire l'ambiente adatto alle singole esigenze degli ospiti e lasciavano che alghe, pesci, piante, molluschi si riambientassero.
Successivamente le vasche venivano imballate con l'ossigeno e inviate in aereo agli acquari che ne avevano fatto richiesta. Questo lavoro splendido durò forse 4-5 anni. Poi il Capitano cambiò decisamente rotta. 
Aprì una pasticceria al Vomero e cambiò radicalmente mestiere.


Uovo di gattuccio ancorato a una gorgonia





























Nessun commento:

Posta un commento