martedì 18 maggio 2021

Gli Scafi Blu

Eravamo una banda di ragazzini scalmanati.

Già noi della villa eravamo in sei, ai quali si aggiungevano gli ultimi quattro figli dei sette di Donna Rosa e Don Alfonso, custodi di Villa Fernandes, ma anche giù a Villa Gallotti c'erano altri nostri amici. Stavamo sempre insieme. e giocavamo nei viali e sulle terrazze. E dalle terrazze assistevamo al passaggio di motobarche, gozzi, dinghy e cutter.

La festa grande era quando vedevamo spuntare da ponente la Amerigo Vespucci, che traversando a vele spiegate il golfo, andava a posizionarsi al porto.
Che splendore e che emozione vederla!
Lasciavamo tutti i nostri giochi e la seguivamo con gli occhi finché non scompariva alla nostra vista.

Almeno una volta in estate -non saprei per quale evento o circostanza particolare- arrivava la flotta navale della nostra Marina Militare,
Era una processione di navi grigie che entravano nel golfo mantenendo tra loro una distanza prestabilita, sempre uguale. Aprivano il corteo gli incrociatori, poi c'erano i cacciatorpediniere, le fregate, le corvette, i pattugliatori. Ben istruita da mio nonno materno, comandante di Marina, le riconoscevo tutte. I sommergibili erano gli ultimi a comparire, a chiusura della parata. Tutte le unità si posizionavano fra la Base Navale, il Porto e lo specchio d'acqua antistante Via Caracciolo. Tutto questo avveniva fino alla fine degli anni '50.

Successivamente lo spettacolo cambiò. In quel periodo "la metà della popolazione di Napoli vendeva sigarette di contrabbando all'altra metà", come recitava in maniera esagerata un detto dell'epoca, ma che rende l'idea di quanto il fenomeno del contrabbando fosse diffuso.
Cominciarono a circolare le sigarette americane, e si videro per la prima volta mastodontici e velocissimi motoscafi blu. Avevano una forma particolare: il vano tra le due fiancate era ampio, piatto e incassato, studiato apposta per accogliere le casse di sigarette che sarebbero state scaricate al largo dalle navi mercantili attraverso marinai "compiacenti", prima che le navi stesse potessero entrare in porto.
Tutti sapevano, ma sapevano anche che questo commercio illegale dava la possibilità a tante famiglie di sopravvivere e di non delinquere in modi più pericolosi.
Al tramonto -o la sera tardi- andava in scena quasi quotidianamente l'inseguimento di questi motoscafi da parte dei mezzi della Guardia Costiera e della Finanza. 
Gli Scafi Blu erano molto più veloci, volavano e rimbalzavano sull'acqua sbatacchiando, anche perché partivano vuoti da Vigliena. Venivano inseguiti e minacciati con il megafono e le sirene: l'azione aveva inizio.
Da terra tutti seguivano l'evolversi della situazione, ogni tanto dalla paranza si staccava un motoscafo che fungeva da esca, facendosi raggiungere per distogliere l'attenzione dagli altri. Veniva requisito e in attesa di accertamenti veniva esposto -quasi come un prigioniero di guerra- affinché si sapesse che la lotta al contrabbando era sempre in atto. 
Anche a Giuseppone, sulla piazzetta, stazionò a lungo uno di questi scafi blu, che in genere erano intestati a persone anziane e nullatenenti del Pallonetto di Santa Lucia, alle quali, in cambio di una piccola cifra, veniva fatto firmare l'atto di acquisto (!).
Tutto questo durò per anni. Purtroppo successivamente i contrabbandieri trovarono più conveniente dedicarsi al traffico di droga. E quello che allora tutto sommato veniva considerato un reato minore e piuttosto tollerato, fu accantonato per questa dannata, criminale forma di arricchimento.



Contrabbandieri