venerdì 22 luglio 2022

Il Lido Militare

Ci fu un anno in cui tardammo a trasferirci a Posillipo per la villeggiatura.
La scuola era finita, le giornate erano lunghe, calde e splendide, e il richiamo del mare per me era irresistibile.
Credo di aver avuto allora otto anni, quando mia nonna, moglie di un ufficiale di Marina, mossa a compassione, accettò di accompagnarmi a Miseno, usufruendo così per la prima volta dell'opportunità che veniva concessa alle famiglie dei militari, quella di trascorrere le giornate al mare, con il trasferimento che veniva effettuato tramite camion messi a disposizione direttamente dal comando.

Allora le macchine erano rarissime, e uscire dalla città rappresentava un'avventura straordinaria. Il camion militare che ci portò al mare era un mezzo telonato, con un telo bianco e doppio. 
Noi bambini, intimoriti ed eccitati, salimmo la scaletta esterna e prendemmo posto sulle panche laterali in legno. C'erano 5 o 6 camion uguali, parcheggiati in fila davanti al palazzo Salerno. Partirono tutti insieme in colonna, trasportando bambini felici. Avemmo modo di vedere per la prima volta Pozzuoli, la via per Miliscola ombreggiata dai pini. 
Da Lucrino in poi, fino a Baia e Bacoli, tante, ma tante piante di oleandri bianchi e rosa, alternati.

Giunti a Miseno, il pezzo di spiaggia dato in concessione alla Marina ci sembrò enorme.
Ci accolsero dei marinai. Gli ombrelloni e le sdraio tutte uguali e allineate, poggiavano sulla rena rastrellata di fresco e ancora umida.
Non gradii molto la sabbia, perché ero abituata agli scogli di Posillipo, ma la giornata era talmente bella e luminosa e la gita "fuori porta" così coinvolgente che accettai volentieri la novità, e giocai a lungo con questi nuovi amichetti. 
Durante il ritorno a Piazza Plebiscito, dopo una giornata di sole, all'aria aperta, i bambini più piccoli si addormentarono, e sorridevano nel sonno.




sabato 2 luglio 2022

Grottaromana

Probabilmente sarà stata una grotta preistorica, poi diventò sacro tempio romano. 

Con la strada voluta da Murat, che portò successivamente alla costruzione delle ville a mare, fu riscoperta e valorizzata. 
La si raggiungeva dalla strada dopo aver varcato un cancello e vi si accedeva scendendo scalini e vialetti stretti ai lati dei quali fiorivano piante spontanee. Davanti alla grotta, una piattaforma un po' alta sul mare rappresentava l'arrivo e da lì la vista spaziava godendo la bellezza del golfo. Si pensò di farne uno stabilimento balneare, e in effetti per anni fu frequentato dalla buona borghesia di Napoli. Le piante incolte furono sistemate e su ogni scalino per scendere fino al mare furono posti dei vasi con gerani rossi. 
Il lido era accogliente, dotato dell'unico trampolino di Posillipo, costruito in punta alla piattaforma. 
A nuoto o in barca, quando eravamo ragazzini, ci recavamo a frotte a Grottaromana, salivamo di nascosto la scaletta, ci infiltravamo tra i bagnanti paganti e provavamo l'ebbrezza di un paio di tuffi, spesso interrotti dal fischietto del bagnino che ci aveva scoperti.

A Grottaromana la sera si ballava: qualche orchestrina, un paio di cantanti, il mare, la luna, le stelle...

Poi a Posillipo, a Marechiaro, a Lucrino, arrivarono gli americani.
Verso la metà degli anni '50 gli Stati Uniti erano considerati modello di prosperità e di ricchezza in tutto il mondo, e la presenza di questi nuovi ospiti incuriosì e portò un'assoluta ventata di novità che alterò il ritmo tranquillo degli autoctoni e dei villeggianti di Posillipo. 
Gli americani scoprirono il dancing di Grottaromana, e così le orchestrine improvvisate furono rapidamente sostituite da musicisti e jazzisti famosi.

I ragazzi di Piazza San Luigi trascorrevano le serate sul muretto fuori al cancello del dancing, e ci raccontavano di aver visto entrare a ballare Jane Mansfield, Ernest Hemingway, Farouk d'Egitto (che ogni estate veniva a Napoli e parcheggiava il suo yacht fuori via Caracciolo), Clark Gable con una giovanissima Sophia Loren, allora agli esordi, Ester Williams.
Frequentavano di sera Grottaromana anche gli scrittori allora di grido: Domenico Rea, Raffaele La Capria, Michele Prisco, Mario Pomilio (che ebbi poi la fortuna di avere come professore di Lettere al Mercalli). Anche Lucky Luciano, boss della mafia d'Oltreoceano, dopo aver aver scontato in America la sua condanna, fu visto spesso giù al dancing.

Da Giuseppone noi rispondevamo dicendo che al ristorante venivano a cena le squadre di calcio al completo (oltre al Napoli, Inter e Milan quando giocavano in trasferta, Totò con Franca Faldini, Rossellini e Ingrid Bergman, Dino de Laurentiis e Silvana Mangano, Amedeo Nazzari e la moglie, Giacomo Rondinella, Nunzio Gallo, e lo stesso Re Farouk con una delle mogli.

Le sere in cui si ballava a Grottaromana automobili americane dai colori improponibili (rosa, azzurro chiaro, senape, arancio, con le immancabili gomme bordate di bianco) sostavano nell'emiciclo di piazza San Luigi accanto a un paio di sparute 600 -che allora in Italia erano un lusso- e venivano circondate, ammirate e contemplate a lungo dai ragazzini.
Erano macchine enormi, che avevamo visto solo nei film.
Anche le auto facevano parte del "sogno americano". Mi ricordo ancora le marche : Chevrolet, Buick, Ford, Cadillac, Chrysler...

Poi il declino, l'abbandono, l'incuria, l'oblio... 
Eppure quel magico tratto di litorale, al di là della sua enorme bellezza, avrebbe così tante storie da raccontare.

Grottaromana in una foto d'epoca grazie a Paolo Nasti


Una Lincoln Premier del 1957


Panorama di Posillipo con Grottaromana in primo piano - archivio Gennaro Improta

Volantino pubblicitario del lido di Grottaromana