lunedì 7 novembre 2022

Nostalgia

A Posillipo, sia in estate che in inverno dormivo con la finestra aperta.

L'aria pura mi portava odore di mare, di salsedine, di resina, dei gerani della ringhiera, dei gelsomini della terrazza. Il mio olfatto allenato, fra tutti questi profumi, percepiva perfino l'odore ormai familiare del tufo umido delle grotte sulle quali si ergeva la villa. 
Quando c'era vento sentivo gli alberi che ondeggiavano cigolando, e già sapevo che l'indomani avremmo trovato nei viali tante pigne cadute insieme ai ciuffi più teneri degli aghi di pino.

Alle sette Michele il portiere faceva il giro delle case e ci portava il pane e il giornale. Poi iniziava il passaggio degli operai che scendevano in fila indiana lungo le strette scalette che portavano al mare. Tutti loro raggiungevano il cantiere tagliando per Villa Gallotti, anziché per la discesa di Giuseppone, che avrebbe allungato di parecchio il loro cammino.
Intanto i pescatori con i gozzi, i cui motori sembravano borbottare nel silenzio, si ritiravano dalla pesca notturna ed erano sempre seguiti da uno stormo di gabbiani che faceva in aria un allegro girotondo attorno alla poppa. 
Altri gabbiani volteggiavano in alto, emettendo grida rauche, e a seconda dell'inclinazione del loro volo, macchiavano momentaneamente di bianco e di grigio il cielo turchino.

Il Vesuvio come sempre si manifestava nella sua imponenza e nella sua maestosità. 
Con questi ritmi, con questa armonia, con tutta questa bellezza, aveva inizio un'altra giornata.

Riva Fiorita in una cartolina degli anni '60. In alto a Sinistra Villa Fernandes - Foto da Internet