lunedì 1 aprile 2019

Chiuvillo

Si chiamava Antonio Corsica, ma per noi tutti è sempre stato "Chiuvillo".
Così lo aveva ribattezzato la madre Mariella, vedendolo crescere magro e sottile come un chiodo.
Era la prima persona che si incontrava scendendo a Giuseppone.
Alla fine della strada si vedeva la torre di Villa Volpicelli, si svoltava l'angolo, e in primo piano, davanti al golfo, riconoscevi subito Chiovillo.
Biondo, di carnagione chiara, sempre curatissimo nella persona, composto e distinto, contemplava il mare e sembrava un turista inglese capitato a Giuseppone per caso.
Ti salutava e rispondeva a tono alle tue domande, ma avevi sempre l'impressione di averlo distolto da qualche suo pensiero.
La sua vita si è svolta tra il cancello di Villa Marino e la scogliera di Giuseppone.
Quei cento metri scarsi gli appartenevano di diritto!

Aveva raccolto sulla spiaggia di Riva Fiorita un gabbiano con un'ala spezzata.
Lo aveva portato a casa, lo nutriva con le alici, e gli aveva costruito una specie di stia che teneva sul ballatoio avanti alla porta della sua abitazione, e tutti i bambini andavano a vederlo.
Il povero gabbiano, ridotto ormai a un'anatra, quando a volte era lasciato libero, seguiva Chiuvillo come un cagnolino, camminandogli dietro con le sue zampe palmate.

L'abitudine a vivere nella natura, scrutando il mare  -imparando a riconoscere i segnali che anticipano i temporali, le mareggiate, l'avvento dei fulmini- affina lo spirito di chi osserva con occhi ormai esperti e cuore puro di bambino che ancora si entusiasma e si meraviglia.
Questo era Chiuvillo.
Fu tra i primi ad usufruire del sussidio di disoccupato organizzato e partecipava a tutte le manifestazioni.
Sapeva che avrebbe dovuto trovarsi un lavoro, e veniva bonariamente preso in giro: 
"Chiuvillo potrà lavorare solo se gli metteranno una scrivania sulla scogliera" - dicevano tutti.
Invece, a sorpresa, fu chiamato all'Istituto Nautico per dare una mano ad esporre i modelli di nave per il museo, per spostare le vetrine, e per altre piccole incombenze.
Questo doveva essere un incarico a tempo, ma Chiuvillo fu così bravo, puntuale, affidabile, corretto, coscienzioso, che la presidenza della scuola gli propose l'assunzione. Lui, rifiutò cortesemente.
Gli era bastato avere il riconoscimento per il lavoro che aveva svolto e la dimostrazione che, volendo, sapeva svolgere egregiamente il suo compito.
Ritornò a Giuseppone, a catturare e a vendere i polipi come aveva sempre fatto, a scrutare il cielo e il mare finchè un male inesorabile non lo ha portato via insieme alle sue fantasticherìe, facendo scomparire un altro indimenticabile personaggio della Posillipo di una volta.