domenica 14 luglio 2019

La Chiesa di Bellavista

Piccola, raccolta, luminosissima perchè esposta completamente a mezzogiorno, incastonata tra due giardini al pianterreno del palazzo che la ospita, è la chiesa dei posillipini del Rione Spinelli, delle ville Gallotti, Caflish e Rivalta, degli abitanti della discesa di Giuseppone e di via Santo Strato, di villa Kernot, del Parco Primavera e Parco le Rondini.
In questa chiesetta dedicata a un'esile madonnina stilizzata che poggia sull'altare, tutti hanno ricevuto almeno un sacramento, dal battesimo, alla prima comunione, al matrimonio.
Per la messa, richiamati dalla campana festevole e petulante, i fedeli si incontrano si salutano, si sorridono.
Ci si conosce tutti.
La capienza all'interno è ridotta. 
Chi arriva prima prende posto, gli altri -dopo essere entrati per un fugace segno di croce- aspettano fuori, inebriandosi della visione della campagna che, essendo miracolosamente sfuggita alla speculazione edilizia, ricorda il luogo di delizie che doveva essere la Posillipo di una volta. Oltre la campagna si intravedono i giardini di villa Emma e di villa Rosebery, e poi il mare, i vaporetti e Capri.

Affacciarsi alla ringhiera di fronte alla chiesa è un inno alla vita; d'altra parte la chiesa non a caso si chiama Santa Maria di Bellavista.
Quando ero ragazzina, in estate, c'erano dei rituali da seguire.
Dopo la messa, si comperava il giornale, la frutta fresca da Gennaro Russo, e la carne.
Non si vedeva l'ora di tornare a casa, cambiarsi, e andare a mare.
In inverno la visione dalla ringhiera cambia: diversa ma sempre bellissima, forse ancora più affascinante, con il mare grigio e agitato, i cavalloni bianchi, il vento che fa turbinare foglie e aghi di pino, e l'odore forte del mare che arriva fin sulla strada.
Ricordo ancora, probabilmente negli anni '70, che quando la chiesa chiudeva, spesso sugli scalini sedeva Totonno, che simulava una improbabile partita a carte con un immaginario compagno, che veniva puntualmente ripreso, anche in malo modo, per le sue giocate azzardate.

Quando, come purtroppo accade, c'è un evento estremo, la partecipazione è corale.

La funzione si svolge regolarmente all'interno della chiesa, ma gli amici e conoscenti che rimangono fuori hanno modo di ricordare la persona scomparsa, parlandone e ricordandone abitudini, aneddoti, amicizia, generosità e atti di coraggio, e così la tristezza si trasforma in una dolce nostalgia, spesso condita da sorrisi, che attenuano il dolore della perdita.

Vesuvio visto dalla Chiesa di  Santa Maria di Bellavista

Penisola sorrentina e Capri - visuale dalla chiesa di Bellavista

Santa Maria di Bellavista - facciata attuale

La  chiesa di Santa Maria di Bellavista - Foto di Pietro Scolorato