martedì 13 giugno 2017

Il 240

Era il "nostro" filobus, il filobus di Posillipo.
Unico mezzo pubblico che collegava la punta estrema della collina che chiudeva il golfo con il centro storico della città, e ci trasportava dal silenzio e la pace al caos del traffico metropolitano.
L'impatto però risultava graduale, poiché questa linea copriva quasi 10 chilometri, arrivando dalla rotonda del Capo a Piazza del Gesù.
Fino a Mergellina eravamo tutti posillipini; alla Torretta già saliva qualche estraneo, e altri ne venivano raccolti lungo la tratta. 
Il tragitto era lungo e il filobus era sempre affollatissimo. Soltanto durante l'inverno il 240 viaggiava quasi vuoto, salvo poi rifarsi con la stagione dei bagni, quando alla fermata di Santa Lucia, già affollata di suo, veniva preso d'assalto da donne del Pallonetto, sguaiate e vocianti, e dalla loro numerosa figliolanza. 
Le madri si piazzavano in fondo alla piattaforma, i ragazzini, magrissimi e abbronzati, con gli occhi neri e lucenti, scappavano avanti vicino al guidatore.
Puntualmente alla Riviera di Chiaia saliva il controllore: un uomo pacifico, tarchiato, un po' grosso, con il cappello e la divisa. Saliva dalla porta anteriore e chiedeva il biglietto ai ragazzini. Ognuno di loro rispondeva : " 'O ttène mammà!".
Ma le varie "mammà", nella calca, erano irraggiungibili, e quando e se il controllore, cercando di farsi strada, arrivava al fondo del filobus, alcune negavano che un loro figlio fosse salito a bordo.
Nel frattempo si era giunti alla fermata di Donn'Anna, dove c'era il bagno municipale gratuito.
Qui il filobus si svuotava d'incanto : madri e figli, come un fiume in piena, abbandonavano le loro postazioni e scendevano sulla spiaggia, mentre il povero controllore, madido di sudore, sconfitto e arreso, ripeteva ogni volta : "Proprio a me mi doveva capitare questa linea accussì disgraziata!"

Una volta, all'altezza di Viale Elena, si svolse una scenetta comica.
Allora c'era il fattorino che staccava i biglietti.
I viaggiatori salivano dalla parte posteriore, pagavano e andavano avanti. Per la verità si era invitati più volte dal fattorino a farlo. 
In piedi sul predellino, dominando tutti i passeggeri, diceva continuamente : "Camminare, andare avanti, avanti c'è posto!".
Un signore anziano bloccava il passaggio, reggendosi alla sbarra che delimitava lo spazio davanti al bigliettaio, e non aveva alcuna intenzione di lasciare la sua postazione.
Quando con tono garbato prima, e man mano più alterato, il fattorino - forte anche dell'appoggio degli altri passeggeri- cominciò a insistere per farlo spostare, il signore inferocito, pronunciò la fatidica frase : "Lei non sa chi sono io!" .
E allora il bigliettaio, con un colpo di teatro, esclamò : 
"Zitti tutti, 'o signore mo ce dice isso chi è!".
A questo punto il malcapitato fu costretto a scendere tra le risate generali.

Dalla fermata di Mergellina in direzione Posillipo, il 240 diventava una linea familiare.
C'era un'atmosfera da gita scolastica. Si rimaneva in pochi. 
Ci conoscevamo un po' tutti, personalmente o di vista. 
Ognuno sapeva l'altro dove sarebbe sceso. 
La più assidua a questa fermata era una donna anziana, un po' grossa, con gli occhi chiari e capelli grigi, vestita dimessamente. Indossava le pantofole e portava una borsa di stoffa  cucita attorno a dei cerchi di legno che fungevano da manici.
Appena salita sul filobus iniziava a cantare.
Cantava canzoni napoletane fino all'altezza di villa Cottrau, poi puntualmente raccontava che si recava al Capo da una famiglia presso la quale era stata governante.
Pur senza essere stata sollecitata raccontava storie di vita di queste persone dalle quali era stata a servizio. Per correttezza nessuno mai chiese quale fosse questa famiglia, che certo non avrebbe gradito fossero messe in piazza le loro faccende private.

Man mano che ci si avvicinava al capolinea le espressioni si rasserenavano, si era più inclini al sorriso e ognuno in cuor suo comprendeva il grande privilegio di vivere in quest'oasi di pace, silenziosa e profumata di mare, mentre la città, bellissima e ormai lontana, con il suo ritmo frenetico, compariva e scompariva fra gli alberi a ogni curva.

Il 240 a Piazza del Gesù - Archivio Clamfer-Napoli 
Archivio Clamfer-Napoli 



Riviera di Chiaia (?) - Archivio Clamfer-Napoli

Archivio Clamfer-Napoli 

Il 240 a Piazza San Luigi - Archivio Clamfer-Napoli

All'altezza del Cinema Posilipo - Archivio Clamfer-Napoli


Tutte le immagini provengono dall'archivio Clamfer-Napoli, che ringraziamo.