I lavori non furono semplici, anche perchè il pezzo di strada crollata faceva parte di un ponte.
I disagi per i residenti furono notevoli, in quanto, per raggiungere il Capo bisognava fare il giro salendo per Rione Carelli e riscendendo per Cupa Angàra e viceversa.
Si ovviò a questo inconveniente facendo costruire dai Genieri un ponte in ferro e legno che potesse riavvicinare i due tronconi di strada.
C'era però un problema: questa brillante soluzione provvisoria, avviata mentre i lavori stradali procedevano, poteva sopportare il peso delle auto, ma non quello degli autobus. E allora fu deciso che l'allora 240 fermasse a Piazza San Luigi e che una navetta più piccola e leggera completasse il tragitto fino al capolinea.
Ormai tutti noi che abitavamo più su della piazza, scendevamo dal bus e cambiavamo mezzo.
Un pomeriggio d'inverno, con una libecciata da mare forza sette, tra forti raffiche di vento e una pioggia battente che ci aveva accompagnato lungo tutto il percorso, l'autobus con i pochi viaggiatori si fermò, come sempre, a Piazza San Luigi.
Scendemmo tutti, tranne un vecchietto infreddolito che rimase rannicchiato nel suo seggiolino.
Un ragazzo gli disse : " 'O no', amma scennere!"
e lui : "Ma je aggia 'i 'o capo!" .
-"No, 'o no', mo amma piglià 'a navetta"
e lui, smarrito e spaventato, guardando il mare in tempesta oltre il parapetto di Villa Martinelli, mormorò in un soffio :"Ma pecchè, giuvinò, mo jammo pe' mmare?" ...
1959: uno dei “nuovissimi” ALFA 911 – Aerfer OCREN prende servizio sul 240 (coll. E. Bevere)
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Ringraziamo il sito www.clamfer.it per le foto |
Grandioso!!!!
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