Era il giardiniere di villa Carradori.
Anima pura, incapace non solo di fare, ma anche solo di pensare, al male.
Era innamorato delle sue piante, dei fiori , della natura, degli alberi.
Sposato con Giovanna, donnina sarda, furba, litigiosa e permalosa, non aveva avuto figli, e riversava tutto il suo amore nella sua professione.
Parlava con le piante, gioiva della loro crescita sana, soffriva se si ammalavano. Alle spalle della villa, e nascosta alla vista, aveva destinato un'aiuola alle erbacce che estirpava e che non aveva il coraggio di buttare via.
Lui e Giovanna erano anche custodi della villa, che era disabitata tutto l'anno tranne nei mesi estivi, e abitavano in una casetta piccolissima, immersa nel verde.
Una scaletta esterna collegava la stanza da letto e il bagno che si trovavano a piano terra, con la camera da pranzo e la piccola cucina che invece erano al primo piano.
Quando la villa fu venduta, Vincenzo e la moglie furono costretti a lasciare quel posto paradisiaco nel quale avevano vissuto tanti anni, e dopo essersi ammalati di malinconia, cominciarono ad accusare vari acciacchi, e se ne andarono così, l'una dietro l'altro .
La casina di Vincenzo Coppola in un dipinto inviata dal nipote Gianni Pompeo, che ringrazio |