Avrebbe voluto essere chiamato Sebastiano, ma più semplicemente veniva chiamato da tutti Bastiano.
Non particolarmente alto, ma massiccio, con una faccia da brava persona.
Era un brav'uomo infatti, ingenuo e un po' credulone.
Ascoltava attentamente le scempiaggini e le assurdità che per gioco gli venivano raccontate, sgranava gli occhi per la meraviglia ed era pronto a ripeterle a sua volta.
Si dava un gran daffare a dirigere il traffico nella piazzetta di Giuseppone, ed era sempre gentile con tutti, arrotondava le sue entrate vendendo fichi d'india e fiori per le coppiette.
Li teneva in un vaso sulla sua Ape verde bottiglia, insieme a varie bombolette spray di vernice colorata, e, nascondendosi tra le barche, li dipingeva.
Così si presentava con garofani blu, nasturzi rossi, margherite verdi e altri fiori dai colori inverosimili che probabilmente avrebbero anche stinto.
A fine stagione il trerrote era occupato da una grossa pentola che poggiava su un fornello alimentato da una bombola a gas. Bastiano vendeva le spighe bollite, sempre alternando il suo lavoro di guardiamacchine a quello di ristoratore.
il suo richiamo era "Vòlle 'a vollanca, vòlle!".
Quando non riusciva a venderle tutte entrava dal cancello di Riva Fiorita dov'era accolto e circondato da ragazzini che mordendo e succhiando le spugne che avevano comperato, puntualmente gli facevano il verso, e a loro volta gridavano il suo "volle 'a vollanca, volle!".
In inverno, le spighe erano sostituite dalle castagne arrostite su un braciere, e il loro odore si diffondeva mischiandosi al profumo del mare.
Il ristorante, allora, procedeva a tutto ritmo.
Era un locale molto in voga, frequentato da attori e calciatori.
Soltanto quando faceva molto freddo, o mareggiava, e di conseguenza gli avventori erano pochi, Bastiano mancava all'appello, ma questo accadeva pochi giorni all'anno ed in quei giorni la sua assenza era tangibile.
E ancora adesso, dopo tanti anni, svoltato l'angolo alla fine della discesa, ci si meraviglia di non vederlo correre avanti alla macchina, roteando le braccia e indicandoti dove lasciarla...
Riva Fiorita in una cartolina degli anni '50 - Foto dall'archivio di Gennaro Improta |
Riva Fiorita |
Riva Fiorita in una cartolina degli anni '50 - Foto dall'archivio di Gennaro Improta |