venerdì 12 febbraio 2016

Posillipo, luogo dell'anima

Ho sempre sostenuto che Posillipo, oltre ad essere un quartiere di Napoli, sia uno stato d'animo. 
(So che i Posillipini DOC capiranno).

La mia Posillipo, quella che sempre mi emoziona e mi rasserena, inizia dopo villa Pavoncelli, quando tra i pini della sottostante Grottamarina si scorgono il Vesuvio e il mare. 
Tantissimi anni fa, di fronte, un po' prima , sulla destra, dopo la chiesa, sulla salita del viale, c'era una pensione. Si chiamava pensione Fresie
Non ho mai avuto occasione di andarci, ma ricordo che sulla strada, prima del cancello, legata all'inferriata c'era una enorme targa rettangolare in metallo, sulla quale erano stampati dei grossi fiori gialli che la pubblicizzavano. 
Quando venivo dalla città e vedevo quel cartello, mi sentivo a casa. 
Conoscevo il cantiere Postiglione, dove per anni ho custodito la mia barchetta, le piccole scale e l'ascensore per raggiungerlo; la bouganvillea di Villa Cottrau, i due scogli di San Pietro ai due Frati, la scala del canalone, la palma e il pino di villa Bracale, il glicine di Grotta Romana.
E Villa Martinelli, e Piazza San Luigi, dove avevo tanti amici, e l'elettroforno, e i gelati di Bilancione
E il susseguirsi di ville: Villa Elisa, villa d'Abro, villa d'Avalos, villa Peirce, RoccaBella, Rocca Belvedere, fino ad arrivare alla visione spettacolare di Napoli vista dal cancello del Cenito.
E ancora villa Rae, con la sua portineria che sembra un tempietto con le colonne doriche.
E villa Gallotti, dove ho vissuto felice per tanti anni, e villa Caflish, con i suoi vigneti e le stalle, le mucche e i contadini (ormai tutto è stato inglobato dal parco Rivalta!).
E il Mausoleo, i giardinetti, la villetta con i cani di terracotta, la chiesa di Bellavista, la casa di Agostino, la discesa di Giuseppone, villa Volpicelli, Riva Fiorita, la Farmacia di Fofò, Vegezio e il cinema Posillipo.
E poi le sette palazzine, il delizioso borgo del Casale, e Marechiaro.

Conoscevo quelle ville da terra e da mare.
Mi mancano il profumo degli aghi di pino e delle foglie di eucaliptus, che i giardinieri bruciavano dopo averle raccolte nei viali, e i vaporetti per le isole che nell'incrociarsi si salutavano con la sirena. 
E i comandi secchi dei timonieri che scandivano il tempo di voga per i canottieri con le maglie a righe.
E il rumore dei colpi di maglio che fissavano al suolo le palafitte per i pontili e per gli stabilimenti, preannunciando così l'arrivo dell'estate imminente.
E le mareggiate, e le lampare, e i fuochi a mare a Piedigrotta.
E le regate veliche, e la coppa Pattison, e la Lysistrata per le yole a 8 con timoniere che partivano da Giuseppone e arrivavano alla Colonna Spezzata.
E le cicale, e i grilli, e i gabbiani, e i gatti presenti in tutte le palazzine e le ville.
E la motobarca che la sera faceva il giro del golfo mentre le melodie delle canzoni napoletane suonate a bordo riempivano dolcemente il silenzio.

E' questa la Posillipo che amo, dalla quale sono purtroppo lontana, e che cerco di far rivivere con i miei ricordi.




2 commenti:

  1. Delizioso, mentre leggevo sentivo gli odori dei fiori e gli aghi di pino con l'eucalipto..

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  2. Idem anche io posillipina doc vivo lontano fortunatamente in una grande bella città la capitale ma Posillipo è un*altra cosa

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