sabato 7 novembre 2015

La "pusteggia" di Giggino il cantante

Nelle sere d'estate, dopo il lavoro e dopo cena, noi ragazzi ci incontravamo sul muretto di fronte al ristorante di Giuseppone a Mare. 
Quel locale era molto in voga e ben frequentato, sia per la buona cucina che per l'incomparabile visione del golfo illuminato che si godeva dai tavoli.
Anche l'accoglienza era cordiale, e veniva completata da un trio composto da Giggino il cantante e dai suoi accompagnatori. 
Giggino era moro, con i capelli lisci che portava pettinati con la fila e aderenti sulla testa; i suoi compagni suonavano uno la chitarra, l'altro il mandolino. 
A volte a questo concertino si aggiungeva un altro personaggio, un macchiettista sosia di Totò, del quale imitava le smorfie e i gesti, essendo effettivamente la sua controfigura nei suoi film.
Fra qualche lieve tintinnio di bicchieri, e qualche altrettanto lieve rumore di stoviglie, Giggino dava sfogo a tutto il suo repertorio. 
" 'Na sera 'e maggio, 'o marenariello, anema e core, mandulinata 'e Napule, canzone appassiunata e tante altre canzoni deliliziavano noi e gli avventori del ristorante.
Tra questi, nel tempo, riconoscemmo Rossellini e Ingrid Bergman, Dino de Laurentiis con Silvana Mangano e i loro bei bambini, Amedeo Nazzari e la moglie, alcuni giocatori del Napoli di allora, Silvana Pampanini, Giacomo Rondinella e lo stesso Totò (quello vero) con Franca Faldini.

Ritornando a casa in macchina, spesso aspettavo Giggino e compagni per dar loro un passaggio fino alla sovrastante Via Posillipo. Me ne erano molto grati. Una sera chiesi se nel loro repertorio ci fosse "Io, 'na chitarra e 'a luna" . Mi risposero che no, non faceva parte delle canzoni del loro repertorio.

Ma dopo un paio di settimane, mentre come al solito aspettavamo di ascoltare la musica, vidi Giggino alzare un braccio nella mia direzione, dicendo forte : "Signorina Maria, chesta è pe' vvuje!" .
E in mio onore attaccarono la canzone che mi piaceva e che avevano preparato apposta per me.
Commossa, confusa, arrossita dalla testa ai piedi, avrei voluto lanciarmi in acqua al di là del muretto, per evitare tutti quegli sguardi meravigliati rivolti alla mia persona. Eppure, nei miei ormai tanti anni di vita, quello è stato l'omaggio più sincero e gradito che io abbia mai ricevuto.

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