sabato 8 agosto 2015

'Zì Rafele

'Zi Rafele merita un discorso a parte.
'Zi Rafele non era un pescatore, era un marinaio.
Controllava le barche che gli venivano affidate nel porticciuolo di Riva Fiorita, toglieva l'acqua rimasta sotto i paglioli, le custodiva, traghettava i fortunati bagnanti che ne erano proprietari, aiutandoli a salire a bordo e a districarsi tra boe, gavitelli, parabordi, e cime , finchè non superavano la scogliera. Aveva una soluzione per ogni problema riguardante le uscite in mare.
Aveva requisito due cabine, sotto la terrazza, nelle quali c'era di tutto. Vi trovavi ancore, remi, taniche, spugne, strisce di cuoio, chiodi, viti, bocche di rancio, cime, sagole, pezzi di legno di ogni spessore, sega e seghetto, martello, avanzi di vernice.
Lavorava tutto il giorno, ungendo di grasso gli spezzoni di corda che andavano negli scalmi, scacciando i ragazzini che volevano salire sulle barche per tuffarsi, riavvolgendo cime e facendo piccole riparazioni. 
Era anziano, bassino, con pochi denti e i capelli bianchi, curvo come una virgola, ma con un'agilità da gatto. Infaticabile, non si riposava mai, se non la sera, quando aveva sistemato tutte le barche. Soltanto allora, quando il sole stava per scomparire, si concedeva finalmente una sosta e una birra.
Questi erano i suoi vizi: la birra, il vino e... le donne.
Ricordo che fu ricoverato al Fatebenefratelli per un malore, ma venne dimesso rapidamente per le intemperanti avances che dedicava alle infermiere.
Gli abbiamo voluto bene tutti, perchè pur volendo fare il burbero veniva tradito dall'innocenza dei suoi piccoli occhi che sembravano due pezzetti di cielo. Celesti come quel cielo nel quale adesso riposa meritatamente in pace.

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